Cari genitori
volevo portare alla vostra attenzione un piccolo particolare che a prima vista sembra irrilevante ma che successivamente, se avrete la bontà di leggere, vi farà riflettere. Il particolare è questo: ai bambini del III anno di materna e del I anno di elementari viene fatta una lezione sugli organi di senso che come sapete sono fondamentali per un corretto approccio alla percezione base di ogni conoscenza. Ora se guardate il quaderno dei vostri bambini alla lezione sui 5 sensi (in realtà i sensi sono 6 ma il sesto senso non è quello che pensate) vedrete che ad ognuno viene associata una immagine dell'organo che assolve a tale funzione sensoriale: gli occhi per la vista, le orecchie per l'udito, il naso per l'olfatto, la lingua per il gusto e dulcis in fundo per il tatto l'immagine ritrae.....LE MANI. Questo è il particolare, la riflessione è che il tatto non è prerogativa solo delle mani ma di tutto il tegumento che ci riveste ossia uno degli organi, perchè di organo si tratta, più importanti del corpo: la pelle. Ebbene mi sono chiesto se la mia fosse una pignoleria legata alla mia professione ed ho chiesto a mia moglie che mi ha detto che tale associazione che viene insegnata nelle scuole è dovuta a una semplificazione che i bambini capiscono subito. Io ho protestato che si può semplificare quando non si incorra in un errore concettuale e Lei mi ha detto che un altro motivo è che spiegare che il tatto non è prerogativa solo delle mani implicherebbe un approccio tattile sulle altre parti del corpo rivestite di pelle e che questo nelle nostre scuole non è ancora praticabile (è tabu ). Bene, detto il fatto vi chiedo, se siete curiosi, di fare una prova: chiedete ai vostri figli qual'è la parte del corpo deputata al tatto e vedete un pò. Potete fare un altro esperimento (assai più complesso e impegnativo che richiederebbe una semplificazione) fate mettere vostro figlio di spalle e sulla schiena con il dito disegnate un cerchio e chiedetegli che cosa avete disegnato (potete disegnare quello che vi pare) quando avrà identificato il vostro disegno allora chiedetegli come abbia fatto a saperlo dato che non ha usato le mani per sentirlo e fategli notare che anche la schiena "sente". Potete ripetere l'esperimento con altre parti del corpo e gli avrete insegnato che cosa è l'organo del tatto con una precisione concettuale ineccepibile e senza semplificare un insegnamento che non ne ha bisogno.
Ora il particolare da me illustrato e la "medicina familiare" da me proposta per rimediare alla povertà concettuale del tatto trasmessa nelle scuole deve rivestirsi di solide basi teoriche e scientifiche che vi consiglio caldamente di leggere il link qui riportato: Cartesio e Piaget
Spero di avervi incuriosito.
Mirko
Il Sito NON UFFICIALE dell'Associazione AGiSCO. L'Associazione AGiSCO ha come obiettivo il benessere del bambino in età scolare. La sua area di attività è ristretta al contesto del Comune di Calcinaia (Pisa). Le informazioni qui pubblicate possono comunque essere utili per chiunque condivida i nostri obiettivi.
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sabato 5 dicembre 2009
Tatto e dintorni: questione di metodo.
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....non conosco il lavoro dell'autore dell'articolo ma gli consiglio di andare a rivedersi le regole dell'ortografia italiana, soprattutto quelle che riguardano l'elisione e troncamento.
RispondiEliminaCaro Mirko
RispondiEliminaho trovato il tuo articolo davvero interessante ed è stato spunto di numerose riflessioni da parte mia, sicuramente non profonde quanto le tue, ma comunque costruttive. La prima cosa è che da tempo penso che i programmi scolastici siano un po' obsoleti e che vadano rivisti avvicinandoli a concetti propri ad una società sempre così in forte evoluzione, tutto ciò dovrebbe probabilmente riguardare una discussione con più alte sfere: provveditorati, ministero della P.I. ecc., che le insegnati stesse, costrette ad attenersi ai programmi e a svolgerli nei tempi consentiti. La seconda considerazione è che un po' tutti quanti partendo dal proprio lavoro e dalle esperienze e conoscenze proprie ed attuali potremmo tranquillamente commentare quanto retrò siano i programmi scolastici. Ricordo ad esempio le grasse risate di mio marito, semplice perito informatico, di fronte a cosa veniva insegnato ai ragazzi delle medie proprio d'informatica, concetti superati da decenni, ma soprattutto quando i bambini erano già capacissimi di usare un pc e persino di navigare su internet. Con il mio lavoro anch'io sono venuta spesso a colludere con programmi scolastici non adeguati ai tempi. Nessuno ha mai pensato che si possa fare del male ad un bambino a chiedere ad esempio la foto del papà (programma di storia di prima elementare) quando magari il papà questo bambino non ce l'ha o non l'ha mai avuto? Concetti come la famiglia nella società di oggi si sono largamente evoluti e non parlo solo di ragazze-madri, ma anche di famiglie allargate o ricostruite o con figure genitoriali dello stesso sesso o altro. Faccio un ulteriore esempio per far capire il concetto che voglio esprimere. Anni fa una coppia di genitori adottivi venne a chiedermi un consiglio per il loro bambino inserito alla scuola materna, seconda sezione. La maestra di religione chiedeva loro di spiegare al bambino (uno squisito Cicciobello nero con una miriadi di ricciolini e due genitori meravigliosi e bianchi come la neve) che era adattato perchè era, secondo lei, pronto a capire questa cosa, ma soprattutto perchè lei in programma aveva da insegnare alla classe cosa fosse la "famiglia". Pretendeva quindi che la coppia dicesse al bambino dove l'avevano preso e come era arrivato tra loro, visto che un altro bambino adottato della stessa scuola, seraficamente, raccontava del viaggio in aereo fatto con la sua nuova famiglia partendo dal paese dove era nato e di fronte all'insegnante di religione veniva invitato a ripetere la sua storia a questi genitori "sprovveduti". Forse di "tatto" bisognerebbe parlarne in questo caso più che nei programmi di scienze, visto che piangendo la madre adottiva di Cicciobello mi diceva:" Lui lo sa dentro di sè che è adottato. Quando gioca alla famiglia la costruisce con un leone, una leonessa e un dinosauro. Il suo cartone animato preferito è Tarzan... Devo dirgli a chiare lettere che è adottato, che è un diverso?"
Credo quindi che non sia pericoloso se i nostri figli individuino il senso del tatto in maniera così semplicistica, mi augurerei invece che nella scuola di oggi passassero concetti e valori più profondi. In fine volevo anche dirti che ho provato a parlare con mio figlio e a fare l'esperimento che tu consigliavi ed è vero! A mia domanda lui ha alzato le mani, poi però subito dopo ha anche detto che avrebbe voluto alzare anche i piedi e ridendo e scherzando ha anche raccontato che quando si fa male usa il senso del tatto. Non credo di aver partorito un genio. Penso invece che i nostri bambini siano intelligenti come lo eravamo noi che con programmi antichi come il mondo siamo arrivati a laurearci, a prendere master, ecc. Quindi perchè non dare un po' di fiducia anche alla scuola di oggi? Semmai potremmo aiutarla a migliorare, sarebbe davvero bello aggiornarci tutti insieme per poterci avvicinare almeno in parte ai tempi che corrono e a questa società sempre più caotica, confusionaria ed in continua trasformazione. Tanti auguri di pace a Tutti!!!!
Patrizia
Caro Anonimo la ringrazio del consiglio. Come avrà capito non mi occupo di letteratura per cui mi sono rivisto le regole dell'elisione e del troncamento sul sito dell'Accademia Della Crusca. L'Accademia è chiara: qual si tronca e non si elide mettendo l'apostrofo per cui si scrive qual è. L'Accademia dice anche che la forma scorretta qual'è è frequente sui giornali, sul Web e nella TV. Ora mi inchino all'Accademia ma azzardo una previsione: la forma qual'è avrà un futuro.
RispondiEliminaMi permetto di chiederle cortesemente di uscire dall'anonimato e di tenere a battesimo le sue idee e riflessioni almeno con uno pseudonimo. Le chiedo di avere la bontà di entrare nel merito del mio post e dell'articolo a cui faccio riferimento, supponendo che la sua professione sia nel campo dell'insegnamento, della letteratura.
Mirko
Da quanto letto finora non ho la sensazione che l'associazione AGISCO esprima il desiderio di essere un'associazione di genitori ed insegnanti. Se queste sono le premesse non posso prendere in considerazione la possibilità di entrare a far parte dell'associazione....... Vi do un consiglio, come diceva il mio povero nonno, RACCOGLI, RIMESCOLA E RI-DAI LE CARTE, perchè con questi incipit non si arriva da nessuna parte........ Illustri genitori se non si ha piena fiducia nelle Insegnanti del proprio figlio non si costruisce un bel niente è come andare dal
RispondiEliminaMEDICO e non fidarsi, a priori, della possibile terapia ......... Meditate gente meditate e Buon Natale
Non vedo come un commento relativo al "metodo" con cui nelle scuole vengono insegnate certe cose possa essere inteso come "sfiducia" verso le insegnanti...a me sembra che Mirko abbia semplicemente postato un interessante intervento su come si possa insegnare diversamente un certo tipo di concetto...da qui a dire che non c'è fiducia nelle insegnanti...mi sembra che ce ne passi!Forse come "scusa" per non volersi impegnare sul fronte dell'associazione, questa è un po' debole, no???
RispondiEliminaEgregio anonimo dal nonno anonimo affinchè il suo pensiero non sia anonimo la prego di dargli una paternità anche solo con uno pseudonimo. Signor anonimo legga bene: il post che ha commentato è firmato da me non dall'Associazione Agisco. Che le dispiaccia che l'Associazione, in quanto democratica e senza censura, mi dia spazio per esprimere un mio pensiero e per chiedere l'opinione di tutti e soprattutto delle insegnanti di cui non posso che avere fiducia, mi sorprende. Forse la sua disattenzione nasce da un atteggiamento pregiudizievole verso tale Associazione.
RispondiEliminaMirko
Non entro nel merito della discussione ma sono perfettamente d'accordo con l'ultimo post di Mirko riguardo la paternità delle proprie opinioni.
RispondiEliminaMirko Bani
Le considerazioni di Mirko mi sembrano interessanti ma ancor di più mi interesserebbe avere il parere in merito di colui che si firma anonimo (o meglio non si firma!) dato che, da come si esprime in merito alle regole ortografiche sembra che si occupi in qualche modo di scuola, letteratura o didattica. Mi piacerebbe cioè potere leggere qualcosa che contrasti le opinioni di Mirko difendendo e confermando il metodo con argomenti e ragioni che lo sostengano.Credo che questo potrebbe dar luogo ad una dialettica costruttiva dando modo a chi fosse interessato di farsi un'idea sull'argomento.
RispondiEliminaRobin
Che cosa strana!
RispondiEliminaOggi mi è capitato di sfogliare il quaderno di scienze di mio figlio che frequenta la prima elementare e mi è tornato a mente l'articolo scritto da Mirko perchè mi sono accorta di una cosa veramente interessante... Il quaderno di scienze non viene portato a casa tanto spesso, almeno così a me sembra, per questo l'ho sfogliato con interesse, poi su una pagina datata 05 NOVEMBRE ho trovato scritto: IL TATTO e subito dopo recitava: "Per toccare uso la PELLE". Solo successivamente spiegava che con le mani si può sentire se una cosa è liscia o ruvida ecc. ecc. Non mi sembra per tanto che si discosti molto da quello che ci raccontava Mirko nel suo articolo.
Che uno lo chiami tegumento o altro sempre di pelle si tratta!!!!
Patrizia
Patrizia, secondo me qui dal tuo ultimo commento si capisce il malinteso.
RispondiEliminaMirko ha fatto una riflessione sul tatto e su come solitamente viene insegnato. Ha parlato del III anno di Asilo e del I anno delle elementari: senza riferirsi in particolare a qualche insegnante.
Nel caso specifico, le attuali insegnanti di prima di Fornacette hanno spiegato che la pelle è l'organo del tatto, anche io ho un bambino in prima e lo so.
Questo per sottolineare che l'articolo è una RIFLESSIONE SUL TEMA. Magari l'ha letto anche qualche insegnante che non ci aveva mai pensato...magari l'ha letto anche qualche genitore che ha portuto giocare con i bimbi a casa insegnandogli come mai la pelle è l'organo del tatto.
Per tutti vorrei dire: non cerchiamo per forza di trovare "il marcio" nelle idee che qui si scrivono...è naturale che, se la vediamo così, chi scrive sbaglierà sempre.....chi fa vorrà dire verrà sempre giudicato...così invece di mille persone che parlano e scambiano idee avremo 999 persone che di mestiere fanno il giudice e una persona che parla al vento.
o gente ma perchè un trombate di più????????
RispondiEliminaCaro fagiano 69, se l'argomento non le sembra degno di interesse può illustrare le sue idee e magari proporre un argomento più interessante rimanendo però nei limiti dello scambio di idee senza cadere nello scurrile.....
RispondiEliminaPolemiche assurde.
RispondiEliminaLeggo questi post e rimango sconcertato. Mi sembra di capire che l'associazione Agisco non sia ben vista e che invece di essere considerata un arricchimento e una risorsa per la scuola venga posto in essere ogni iniziativa per emarginarla.
Cari docenti (che la pensate così) vi domando come siete cresciuti nella vostra vita? Il vostro arricchimento culturale, caratteriale, morale e le esperienze di vita vi sono arrivate solo per merito vostro e delle iniziative prese personalmente oppure perchè magari nel vissuto oltre a questo avete avuto uno scambio di idee, un confronto e una crescita fatta anche grazie al dialogo e alla condivisione delle esperienze altrui? Rimanere nel nostro piccolo orticello non porta molto lontano. L'apertura mentale, alla conoscenza e alla vita dovrebbero essere le cose principali che spingono la scuola verso una crescita corretta e ad offrire ai bambini un arricchimento culturale e morale che insegni loro ad affrontare e conoscere la vita sotto tutti gli aspetti. Se così non fosse stato , la scienza e il progresso ad esempio, si sarebbero fermati. Senza il giusto spirito di umiltà e autocritica adesso non potremmo godere di tutte le innovazioni avvenute nel corso dei secoli.
Voglio anche ringraziare tutti gli insegnanti che sono veramente bravi e preparati e che lavorano nelle nostre scuole con dedizione e sensibilità nonostante i politici operino sempre più tagli e non vi diano le giuste motivazioni però vorrei anche ricordare che siamo esseri umani "imperfetti", che si può sbagliare e perseverare anche nell'errore ma che sopratutto avete la responsabilità della formazione scolastica dei nostri figli e che siete dipendenti pubblici pagati con i nostri soldi quindi se non altro dal punto di vista morale ed etico dovete rendere conto anche a noi che paghiamo il vostro stipendio con le nostre tasse e se poi c'è qualche suggerimento o critica non dovete prenderla come un'offesa personale ma come un input che ci dia la possibilità di verificare insieme e serenamente se il percorso seguito sia il migliore oppure si possa fare di più.
Voi non siete al servizio nostro ma nemmenoi noi al vostro. Entrambi siamo al servizio dei nostri figli, voi perche avete scelto liberamente questo lavoro (che considero più una missione) il quale comporta precisi doveri e responsabilità e noi perchè abbiamo scelto liberamente di essere genitori e quindi di comunicare ed esprimere il meglio di noi stessi e nessuno può impedire di pensare, parlare ed esprimere un'opinione o di chiedere un proprio diritto in piena libertà, mi sbaglio o siamo ancora in un paese democratico?
p.s. per l'anonimo di cui sopra: Penso che con la mia lettera avrà tanto materiale per dedicarsi alla correzione di quanto scritto ma sa ho solo la terza media sia comprensivo/a non mi metta un brutto voto.